Il vezzeggiativo "ciclomotore" ha origine dal brand commerciale "Motocyclette" con il quale venne introdotto l'originale modello prodotto dalla ditta con sede a Parigi Werner che, per prima, aveva pensato l'applicazione del motore ausiliario a una classica bicicletta, proteggendo i relativi brevetto e appellativo il 7 gennaio 1897. L'appellativo "Motocyclette" prese piede velocemente e si fece così tanto diffuso in tutta Francia già nei primi dieci anni del XX secolo, da far sì che il tribunale di Parigi, per motivi attinenti alla sfera pubblica, ad annullare la precedente concessione di esclusività del marchio ai fratelli Werner e cambiarlo in pubblico dominio. Com'è fatta una Moto Il ciclomotore ha 2 ruote in linea e la stabilità della due ruote che sfreccia viene garantita dal principio di mantenimento del momento angolare. Le divergenze di angolatura della due ruote sono decise attraverso un manubrio, con sfruttamento degli effetti giroscopici dovuti dal mantenimento del momento angolare. Il movimento del ciclomotore è alimentata dall'esistenza di un motore a combustione dentro al mezzo alimentato con benzina. Sono montati motori a 4 tempi o motori a 2 tempi; i secondi stanno andando incontro ad una lenta diminuzione di quantità, soprattutto grazie a delle normative per regolare l'inquinamento. In confronto al settore delle quattroruote, nel campo delle due ruote non riscontra applicazione commerciale la motorizzazione diesel, che viene limitata a pochi modelli, o a conversione degli medesimi. Sono sicuramente più rari i modelli di ciclomotori assemblati con un motore elettrico, i quali di solito sono munite di entrambe le tipologie di motori. Questo tipologia di veicolo, affinchè gli sia consentito circolare on the road, necessita di rientrare in determinati requisiti imposti dai codici del codice della strada in vigore nelle svariate nazioni e possedere una regolare omologazione. Anche i requisiti obbligatori per guidare la moto e per l'amm